Che cosa vuol dire la parola “politica”?

Siamo in piena campagna elettorale e non si fa altro che sentir parlare alla tv di questo o quel partito partito e di quale candidato ci propini la migliore scelta governativa per il nostro paese ormai in declino.

In un clima così è lecito chiedersi che cosa vuol dire realmente la parola politica?

La parola “politica” deriva dal greco polis  che vuol dire città, e indica l’attività di governare un paese o una città, la prima definizione viene attribuita ad Aristotele, il quale indica la politica come l’arte di amministrare una città per il bene comune nel quale partecipa tutta la società.

Ci sono svariate definizioni di politica, ma quella che mi è piaciuta di più è quella in cui per soggetto che fa politica non viene inteso soltanto chi la fa attivamente ma anche chi ne subisce gli effetti, cioè ogni soggetto che fa parte di un Paese è soggetto politico perché ognuno a suo modo contribuisce al provvedimento dello Stato e al suo sviluppo e crescita o in casi negativi ne subisce gli effetti per le scelte dei politicanti attivi.

Per cui dopo questa bella esplicitazione della parola “politica” bisogna chiedersi se davvero nel nostro Bel Paese la intendiamo così.

Purtroppo tra il popolo quando sentiamo questa parola si pensa subito a chi la fa, a chi governa, agli enti pubblici e a chi prende scelte per il bene “comune”, ma è raro che qualcuno pensi che interessi anche noi da quest’altro lato, cioè noi che siamo lo Stato, noi che siamo i principali soggetti di un ordine giuridico.

Il nostro compito non si ferma soltanto ad andare a votare il nostro candidato preferito, cioè il “politico” che si avvicina di più alle nostre idee e che vogliamo appoggiare e vedere al governo del nostro paese, noi, inteso come popolo, valiamo molto di più, perché andando ad esprimere la nostra preferenza noi decidiamo quali scelte sono migliori per il nostro futuro e per la nostra crescita, ed è per questo che dovremmo essere ancora più partecipi, noi dovremmo far sentire che la voce guida del paese siamo noi, non i politici che non sono altro che i portavoce del nostro volere.

Fin dalle prime forme di amministrazione la politica veniva divisa in più branche, politica interna, che si occupa del paese stesso, politica estera, che si occupa del rapporto con gli altri paesi, e politica economica, che si occupa del lato economico di un paese.

L’idea che si ha politica si è andata via via trasformandosi nel corso dei secoli e dalle primitive forme di gestire una società si è arrivati a una forma globale che non non si ferma ad amministrare soltanto uno Stato ma un insieme di Stati che formano una vera e propria comunità, da ciò si evince che non è mutato soltanto il significato della politica ma anche il modo di farla e di pensarla, siamo arrivati in un punto in cui la priorità non è soltanto il bene del cittadino e del suo Paese ma anche della Comunità in cui vive, intendendo la Comunità di Stati, facendo così in modo da rendere il tutto più complicato ma anche aprendo più possibilità.

Spero che questo abbozzo di spiegazione sia servito almeno a rendere l’idea di cosa voglia dire la parola che ultimamente sentiamo in ogni dove e spero che si prenda più seriamente in considerazione il ruolo che noi popolo rivestiamo nella società politica di oggi.

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